

IL MANIFESTO
Viaggi fuori dai paraggi è un progetto che presta attenzione a ciò che ci circonda, che ascolta i luoghi e le persone che li abitano, riconosce le storie sedimentate nello spazio urbano, e a partire da queste, inventa e costruisce nuove narrazioni: “nuove città”all’interno della stessa.
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Viaggi fuori dai paraggi nasce dalla necessità di esplorare e riscoprire la città di Roma attraverso il cammino e il gioco, strumenti di conoscenza e trasformazione che permettono di instaurare un dialogo profondo e pratico con lo spazio urbano. Ogni camminata diventa un’occasione per attraversare la città con occhi nuovi, perdersi nei suoi interstizi e riscoprirne la porosità.
Roma è una città complessa, stratificata, frammentata.
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Il centro è sempre più mercificato e aggredito da un turismo di massa invadente e inconsapevole, che costringe i residenti ad abbandonare il centro storico e rende la città un grande “parco a tema per ricchi”. Le periferie sono sospese tra gentrificazione e abbandono, dominate da indirizzi di sfruttamento invasivi e di natura estrattiva degli spazi. Il dilagare degli Airbnb e del capitalismo immobiliare rende l’emergenza abitativa urgente e priva i contesti urbani di un’identità propria. Le barriere fisiche e sociali rendono difficile attraversare gli spazi e identificarsi nei luoghi; in un quadro del genere risulta sempre più difficile abitare.
Il camminare, in questo contesto, è un atto simbolico e performativo, una pratica di attenzione che trasforma lo spazio attraversato, un atto creativo di riscrittura del paesaggio urbano. Analogamente il gioco, atto libero e rivoluzionario, in forza di una tensione collettiva, ricostruisce una Città che si fonda dal basso, lontana da una lettura strumentale rivolta al consumo e al mantenimento di una stratificazione sociale, liberata da logiche produttive.
Viaggi fuori dai paraggi è un percorso di ricerca artistica, un’azione poetica e politica, un viaggio attraverso la città e dentro il nostro modo di abitarla, e Roma un terreno di sperimentazione per pensare ad un nuovo rapporto con lo spazio urbano e l’Altro.